Missioni 2018 Perù
Finalmente si parte!
Giugno 23, 2018 - Missioni 2018 Perù
E ci siamo! Il giorno della partenza del primo gruppo di MissioniMVC è arrivato. Siamo un bel po di persone, 5 accompagnatori consacrati (uno dagli Stati Uniti, un colombiano, un cileno, un italiano e un peruviano), un fotografo e cameraman che lavora da anni con noi, pure lui peruviano, 5 ragazzi italiani universitari accompagnatori che hanno fatto già diverse esperienze di missioni con noi e non solo (3 da Roma, 1 da Milano e uno da Londra), e infine, la parte migliore, 81 ragazzi italiani tra i 15 e i 17 anni provenienti da diverse città: maggioranza fortemente milanese quest’anno, seguita da Roma e poi Londra, Venezia, Genova, Modena e infine ragazzi anche da Madrid e Valencia, da Ginevra e da Vienna. Di questi 81 ci sono 10 che tornano per la seconda volta, e quindi 71 che affronteranno quest’esperienza per la prima volta. In tutto 92 persone!
Le motivazioni? Bene, io spero sia dare il massimo per portare un po di amore a delle persone che non hanno nulla, ma nulla nulla, sofferenza che si vive non solo a livello materiale (e di conseguenza anche della salute e l’istruzione) ma anche una sofferenza che tante volte ha con se l’esperienza dell’abbandono e dell’ingiustizia, e volte anche la disperazione, quando non ti aspetti più nulla… Molti dei ragazzi vengono trascinati dalla testimonianza dei loro coetanei che hanno già fatto quest’esperienza, magari anche la voglia di mettersi alla prova, di provare determinate emozioni, di conoscersi… il vero è che uno si può fare tantissime aspettative, ma la realtà di quello che incontreranno, e delle persone a cui vanno incontro, supererà ampiamente, direi infinitamente tutte le aspettative… ad una sola condizione: mettersi all’ultimo, pensare agli altri, donarsi senza riserva (che non vuol dire senza prudenza)… in fondo, come recita una citazione che non ricordo dove l’ho letta: “Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare”.
Ecco, questi 18 giorni che ci aspettano saranno una bella prova per vedere di cosa siamo veramente ricchi, se di ciò che conta veramente, o delle tante banalità che ci offre la nostra società. Mi piace pensare ogni viaggio di missione come un’avventura alla scoperta dell’amore, di un amore che fonda tutto: l’esistenza, gli affetti umani, il senso della propria vita, il compito che la vita ci consegna; un amore che se non è infinito e incondizionato non ci basta, perché piaccia o no, noi essere umani siamo degli eterni insoddisfatti. Chi scoprirà quest’amore, chi lo percepirà nella propia vita, tra gli affetti che riceve e tutto ciò per cui essere grati, avrà una marcia in più per donarsi incondizionatamente, senza aspettarsi nulla a cambio (per quanto folle questo possa suonare).
E così spogliati da tutte le abituali comodità, pregiudizi nei confronti degli altri e paure del giudizio altrui, spero che anche questo viaggio, come quelli precedenti, possa essere un’esperienza d’amore sia per i più bisognosi che nel ricevere una scuola, una casa o del nostro tempo si riscopriranno amati e pensati da qualcuno, anche per quel breve spazio di tempo; sia per tutti i volontari, noi adulti compressi, per scoprire che la felicità è a portata di mano e che la sofferenza, per quanto dura, può essere vissuta nell’amore e nella speranza… ma questo non è teoria, è qualcosa che ognuno dovrà vivere nella propria pelle, e che dipenderà dalla loro apertura e grandezza di cuore!
Ringrazio, ringraziamo, a tutti i genitori di questi ragazzi che hanno deciso di assecondare il loro desiderio di fare una “vacanza” diversa, e che hanno fiducia in noi, affidandoci il loro più grande tesoro. Ringrazio tantissimo tutte quelle persone che sostengono questa missione, sia chi ci ha dato una mano con la raccolta fondi (quest’anno tra scuola, 52 case e parco giochi porteremo un investimento di 160 mila dollari americani), e soprattutto chi prega e pregherà per noi durante questi primi 18 giorni di missioni.
Per quanto mi riguarda, affido a Dio e alla Madonna lo svolgere del viaggio e i frutti d’amore che da esso possano scaturire.
Ps: chiedo pazienza con l’italiano, 15 anni in Italia non sono stati abbastanza ancora per scrivere alla perfezione, ma non abbiamo tempo per correzioni e penso che trattandosi di un diario di viaggio, il linguaggio colloquiale sia fondamentale!