Missioni 2019 Ecuador e Perù

L’infinito che non si sazia con il finito

Riconosco che mi è un po’ noioso raccontare ogni inizio di giornata allo stesso modo… e la verità è che non ci sono più di tanti modi diversi per iniziarla. Dopo la solita routine, bisogna dire spirituale, ogni gruppo si avvia verso le zone di lavoro. Il progresso di ieri ha fatto possibile che torniamo a casa subito dopo mangiato. Oggi è il compleanno di uno dei figli di una delle signore per le quali abbiamo costruito queste seconde quattro case, quindi il gruppo li organizza una festa. Inutile cercare di descrivere a parole la gioia del bambino. È molto colpito dal fatto che qualcuno gli abbia comprato una torta, è infatti qualcosa di straordinario, qualcosa che non accade praticamente mai, viste le condizioni di vita in cui si trovano. 

Siamo di ritorno a casa verso le 14, dopo aver finito di costruire le 4 case. I ragazzi organizzano una partita di calcio sulla spiaggia, mentre le ragazze preferiscono i giochi di carte. Alle 18 ci rincontriamo tutti davanti al mare per pregare il rosario, e in seguito i ragazzi assistono alla terza conferenza e ai gruppi di riflessione. Così come nel primo gruppo, la terza conferenza la tengo io, e mi viene affidata la spiegazione degli idoli. Molto di questa tematica si gioca nel cuore di ognuno, per cui preferisco affidare il filo conduttore alla domanda principale: qual è il tuo tesoro? dove sta il tuo cuore? o meglio ancora, quali sono i desideri del tuo cuore, a cosa è attaccato? E in seguito una domanda forse un po tosta, ma necessaria: tutto questo a cui è attaccato il tuo cuore, ti procura pienezza, appagamento, o sono distrazioni? Distrazioni che magari ti procurano un piacere o una gioia passeggera, ma niente di serio e che duri veramente. E in fin dei conti, se siamo sinceri, il cuore umano ha bisogno di qualcosa che duri, e per cui valga la pena spendersi. Gli idoli, dall’altra parte, sono tutte quelle realtà a cui noi diamo il potere di gestirci, di definire chi dobbiamo essere e come dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare. L’idoli sono quelle realtà a cui affidiamo il compito di riempirci, di appagarci… ma essendo idoli il modo in cui ci riempiono non è altro che fittizio, è un vuoto, perché prima o poi si ribellano per ciò che sono: idoli e basta, una copia venuta male di quello che in fondo desideriamo. Il cuore umano, tornando al nucleo della questione, ha questo desiderio di infinito e di amore, e di essere amato. Ha bisogno di conoscere ciò che vero, di esperimentare il bello e di fare del bene. Questo da senso alla propria esistenza, ci libera dalla noia e dalla solitudine, così diffuse nel nostro mondo, soprattutto dove ce, per assurdo, più benessere e possibilità. Un idolo non sarà mai in grado di riscattarci, di rassicurarci, di donarci la pace del cuore che ogni persona vorrebbe vivere… un bene finito non potrà mai colmare la sete di infinito che alberga il cuore umano. Il compito affidato ai ragazzi è quello di interrogare il proprio cuore, cosa che dovremo fare tutti senza distinzione di età, su ciò che orienta il suo agire, il suo sentire. Chiedersi personalmente a quali idoli abbiamo affidato la nostra vita, e il nostro io, a chi o cosa abbiamo dato il potere di definire chi siamo e cosa facciamo, rinunciando, alla bellezza che ognuno di noi è nella sua autenticità e unicità. 

Finita la conferenza ci riuniamo in gruppi, chiacchieriamo per circa un’ora e poi mangiamo. Dopo mangiato lo staff si riunisce per spiegare l’ultima giornata qua in Ecuador. Ci aspetta la benedizione delle case. Domani però, dopo una settimana intera, la sveglia non sarà più alle 6:30 ma alle 8:30!