Missioni 2018 Perù

“Per amare davvero, autenticamente, serve allenarsi nel quotidiano”

Stamattina abbiamo avuto una sveglia un po particolare… nonostante la fatica di tutta la giornata alcuni dei ragazzi sono rimasti svegli fino a tardi… la nostra sentinella Santiago era crollato in uno dei divani dell’albergo e non ha notato il flusso di ragazzi che in gruppo andavano da una parte ad altra facendo degli scherzi nelle stanze. Ci sono scherzi e scherzi… purtroppo riempire un letto con acqua e farina e tantissime patatine schiacciate rientra in quelle cose che non tollero, perché costringono un altro a passare una brutta notte, non riposare, ma soprattutto risulta una poca considerazione nei confronti del personale di pulizia dell’albergo, spesso signore umili che vivono nelle stesse condizioni delle persone che stiamo aiutando in questi giorni. Quindi ci sono state delle conseguenze che spero siano servite per migliorare lo spirito del viaggio, ma sopratutto per capire che se le nostre azione derivano in un male per gli altri, per quanto a noi possa sembrare divertente, restano azioni che tirano fuori qualcosa di brutto di noi…

Finita la colazione siamo partiti, e siccome passano i giorni e la stanchezza è sempre più forte, la partenza si è spostata dalle 08:30 alle 08:50, e quindi siamo arrivati al paesino verso le 09:40. Oggi è stato un giorno disastroso dal punto di vista organizzativo. L’associazione sulla quale ci appoggiamo, o meglio il responsabile dei materiali, si era organizzato malissimo con tutte le cose, e ci sono arrivate della casse di attrezzi con meno della metà delle cose necessarie per la costruzione. A questo si è aggiunto il fatto che il camion con il secondo carico di case è partito tardissimo per pura pigrizia degli operai… non contenti con questo ritardo, pure chi ci porta il pranzo al posto di lavoro è arrivato con un ora di ritardo a causa del traffico e dei controlli della polizia.

I ragazzi hanno lavorato la mattina nelle loro seconde case, non potendo mettere i tetti per mancanza di materiali. Questo lavoro si è svolto fino alle 16, quando è arrivato un camion con tutte le finestre per le case e con i moduli per 7 case. Le altre 7 mancanti dovrebbero arrivare durante la notte, e saranno scaricate dalle persone del paese. Quindi dal punto di vista del lavoro oggi ci è andata troppo facile, in effetti, mentre scrivo, qua in giro ci sono tutti i ragazzi a cui a quanto pare restano ancora tante forze… non sarà di sicuro questo un motivo per non spedirli a letto a mezza notte suonata. Ci restano due giorni di costruzione, saranno tosti, impegnativi, a causa dei ritardi, ma ce la faremo benissimo!

Invece dal punto di vista di ciò che chiamiamo missione interna, ovvero le riflessioni serali, oggi abbiamo riflettuto sull’amore, prendendo spunto dal desiderio condiviso da tanti ragazzi sia di tornare a casa che di rimanere vivendo come lo stanno facendo oggi. Una combinazione la casa è il luogo della verità, dove sono al mio agio, dove non ho maschere da addossarmi, dove sono libero, e di conseguenza, il luogo dove il mio cuore può amare davvero. Giovanni, che ha tenuto la riflessione, ha offerto spunti su tre aspetti ritenuti fondamentali da lui: 

1. L’amore come la verità di sé stessi.
2. L’amore come il coraggio di impegnarsi per sempre.
3. L’amore come esperienza di libertà.
Finita la riflessione ci siamo divisi nei soliti gruppi maschili, e cambiando il consacrato di turno, per affrontare il discorso. Tra le tante idee, domande, dubbi, e spunti condivisi con i ragazzi, mi è piaciuto molto la certezza che per amare veramente, serve una sorta di allenamento, di allenare il cuore ad aprirsi all’altro, allenare il cuore per essere più disponibile, più serviziale, più spinto verso gli altri, senza rimanere chiuso nel proprio egoismo. Alcuni dei ragazzi vedevano in questo allenamento una condizione fondamentale per poter affrontare piano piano la verità di sé stessi, tante volte difficile da accettare quanto di apprezzare. Allenamento fondamentale anche per un impegno per sempre, perché non si ama da un momento all’altro ma si tratta di un frutto di azioni che una dopo l’altra fortificano la volontà e la ricerca del bene altrui. Infine, un allenamento alla libertà, a scegliere senza costrizioni, senza dipende dalle aspettative altrui o le idee che hanno gli altri di noi.

Uno dei ragazzi mi ha chiesto come fare, affinché l’amore vissuto questi giorni, non venga a mancare al ritorno. Non credo esista una formula, è anche un allenamento, quello del chiedersi quotidianamente a partire dalla realtà che ci viene consegnata come posso amare di più. Ho anche suggerito loro di vivere il servizio, la carità e di pregare. Sono convinto che solo una fonte d’amore inesauribile e incondizionata come lo è l’Amore di Dio, può sostenere una vita rivolta ad amare. Questo ultimo può suonare a una teoria, e in effetti non “serve” se non è una esperienza di vita, la esperienza di scoprirsi amati incondizionatamente e per sempre, senza importare cosa facciamo, senza dover fare dei meriti… un po come l’amore di un padre o una madre, ma più grande ancora… ma questa è la tematica del prossimo incontro…