Romania

Perché è bello essere te?

Verso la mezzanotte inoltrata arriva il gruppo dei più grandi, che proprio se vogliamo dirla tutta così più grandi non sono. Hanno tra i 18 e i 19 anni, e qualcuno ne vanta addirittura, in realtà solo uno, ben 21 anni. Su 20 ragazzi 10 di loro hanno già fatto l’esperienza delle missioni in Perù, mentre 10 sono alle prime armi. Di questi 10 quasi tutti o sono stati trascinati da degli amici, o da sempre hanno voluto partire avendo avuto, negli anni, fratelli più grandi che hanno fatto l’esperienza. Sono arrivati in aereo fino a Cluj e poi pullman fino a Baia Mare, ma tre di loro hanno deciso di attraversare una parte dell’Europa in macchina partendo un giorno prima. Le prime difficoltà insorgono quando sono ancora in Italia. Una delle ragazze ha pensato di prendere all’ultimo il pullman verso l’aeroporto, quello di Bergamo… purtroppo se ne accorge che non ci sono posti disponibili e deve pensare a una alternativa. Meno male hanno ancora i telefoni, quindi tramite il gruppo del viaggio chiede se qualcuno non fosse già partito… e così trova un passaggio. Mi chiamano un po in ansia alcuni dei ragazzi in aeroporto, perché a una delle ragazze hanno detto di essere in overbooking e avendo fatto il check in troppo tardi rischierebbe di rimanere a terra. Più volte avevo detto di farlo già da venerdì… alla fine la fanno passare alla sala d’imbarco per vedere se si liberava qualcosa… e meno male che è così! Invece sul fronte macchina i ragazzi arrivano una trentina di minuti dopo il resto del suo gruppo. Avevano messo l’indirizzo su google maps e purtroppo erano andati ben oltre, il che mi obbliga ad attenderli per strada. Alla fine siamo tutti, si mischiano i ragazzi del primo e del secondo gruppo. È tardi e la vicina potrebbe chiamare la polizia (l’ha già fatto quattro volte in quattro settimane che sono qua) e mandiamo i ragazzi a letto. Con quelli del terzo gruppo, vista l’ora, facciamo una breve e veloce introduzione… 

Stamattina ci svegliamo alle 7, e iniziamo a svegliare i ragazzi. Speriamo ovviamente che trattandosi della loro partenza, sia nel loro interesse essere pronti. Alle 7:20 arriva l’autobus che li porterà in aeroporto, e iniziamo a caricare valigie e poi ragazzi, non senza prima salutarci con la promessa di rivederci, e di magari fare più missioni in qualche altro posto del mondo! Stiamo per farli partire ma ce ne accorgiamo che i numeri non vanno bene. Filippetto, cioè quello romano (quello Milanese viene soprannominato il filosofo), non si trova… lo troviamo profondamente addormentato nel suo letto con i vestiti del giorno prima addosso. La cosa che ci sorprende è che per svegliarlo, consapevoli dell’insistenza del suo sonno, capovolgiamo il suo materasso facendo con lui esattamente una sorta di panino dove lui è il ripieno… si alza ovviamente spaventato, con quella certezza di saper di aver fatto qualcosa di sbagliato ma non sapere bene cosa esso sia. In ogni caso ce la fa anche lui. 

Ci lasciano alle 7:35, e alle 7:40 siamo in gazebo con i neo arrivati per spiegare molto brevemente la preghiera del mattino. Preghiamo e poi andiamo a fare colazione. Siccome sono ragazzi grandi, e su questo punto insisterò tutta la settimana, non tanto qua nel blog quanto a loro, do a loro il compito di trovare un responsabile, o due, per la cucina, e di organizzarsi loro stessi con i turni sia di cucina che di servizio. La casa è vostra, il gruppo è vostro, iniziate a vivere quel amore che siete venuti a dare agli altri, prima di tutto tra di voi. O qualcosa simile dico a loro nel briefing, che così briefing non è, post colazione. Come con gli altri gruppi mettiamo in chiaro le regole del gioco, avvertiamo la presenza minacciosa della vicina e quindi insistiamo sul non fare rumore oltre le 10 di sera, e invitiamo loro a sfruttare l’esperienza… sono tutti grandi e quindi hanno sicuramente tutti in modo autonomo scelto di essere qua, se non vivono l’esperienza sono scemi due volte: la prima appunto per essere venuti, la seconda per aver rinunciato a stare in un posto più comodo e bello… cioè è bello che tu ci sia qua, dico a loro, ma allora fate tesoro di questi giorni e viveteli al massimo in ogni sua dimensione: nella donazione nel lavoro e nella compagnia ai bambini, e nello stare insieme come amici che nulla hanno da dimostrare, vivendo per una settimana una missione. 

Un paio di ragazzi sono in mano a padre Albano, che ha sempre qualche missione speciale riservata per i nostri. Alcuni l’hanno temuto tanto nei viaggi scorsi. Altri tre vanno in centrale. Il resto lavoro dietro casa. Devo dire che sono partiti molto ma molto carichi (come tutti!), ma c’è una particolarità che è musica per i nostri orecchie: non si lamentano. La giornata è stata calda, ma non come gli altri giorni, e bisogna dire che stamattina rischiava di piovere. Dovrebbe essere prevista la pioggia per domani, speriamo di no, ma se è così andremo tutti in centrale a iniziare con i lavori del primo piano, poiché finora ci siamo concentrati solo nel piano terra. I lavori dietro casa vanno avanti fino alle 11:30, quando arriva un TIR molto grande con donazioni per padre Albano. I ragazzi passeranno le prossime due ore scaricandolo e mettendo tutto in ordine. Dopo pranzato, come accordato con lo staff, i ragazzi hanno una brevissima pausa e poi si rimettono a lavoro, fino alle 15:30 che fanno l’ormai tradizionale introduzione ai balli rumeni a carico della suora. Alle 16:15 partono tutti verso Craica, per fare una prima conoscenza dei ragazzi e delle attività che per pochi giorni faranno. I bambini, anche se i nostri ragazzi sono tutti volti nuovi, sono felici, e li accolgono, piano piano si sono sciolti, piano piano sono sempre più accoglienti.

Verso le 18:15 sono tutti di nuovo a casa e iniziano le prenotazioni per le docce. Chiara precedenza alle ragazze, tanto sembra che ai maschi piace tanto godersi ancora un po di sana puzza frutto di una giornata di lavoro in tutti i sensi. Quindi la scena è questa: strillano prenotazione per la doccia delle ragazze da una parte, e dall’altra i maschietti fumano e bevono insieme una coca cola e un tè freddo. Avrebbero voluto la birra, e non sono per niente contrario, solo che non ci siamo organizzati benissimo… come ho già detto precedentemente, vorrei trattarli da adulti, e lasciare a loro la responsabilità totale delle loro azioni. Quando sono tutti pronti, verso le 19:15, facciamo un breve raduno e li mandiamo a fare la prima riflessione personali, e poi la messa. 

Il team cucina ha avuto un po di difficoltà con i tempi, ma c’è tanta fiducia nella pasta con peperoni. Dopo mangiato avremo dovuto fare una prima riflessione: Cosa di te ti rende amabile? Perché è bello essere te? Ma è tardi, troppo tardi, i ragazzi dormono in piedi, quindi la domanda va rinviata a domattina.