Missioni 2018 Perù

Quei vincoli unici che nascono dalla condivisione di una missione

Ultimo giorno di lavoro ad Arequipa. Pensavamo che non mancava molto, ma appena siamo arrivati in cantiere ci siamo ritrovati delle montagne di terra e pietre da smuovere, e un bel po di piante con cui abbellire i terrazzi che durante questi 6 giorni di lavoro abbiamo costruito. Oltre i terrazzi, fatti con la pietra vulcani, abbiamo iniziato a completare la recinzione del locale e un muro di contenimento. I fondi che abbiamo portato dall’Italia, frutto della generosità di tantissime persone, riusciranno a coprire tutte queste spese fino a completare i lavori. Purtroppo noi non ce l’abbiamo fatta a finire tutto quanto, e quindi sarà compito dei nostri amici operai, con cui abbiamo lavorato spalla con spalla tutta questa settimana, finire l’opera. Tornerò ad Arequipa la prima settimana d’agosto, e spero allora di poter vedere tutto quanto completato. 

Siamo partiti poco più tardi del solito, quindi abbiamo fatto due ore di lavoro senza sosta, o meglio quasi. Verso mezzogiorno abbiamo finito di fare pulizia e ci siamo disposti nel cortile della scuola, portando con noi delle signore anziane che lavorano nel “comedor popular” della zona, ovvero una sorta di cucina dove si preparano i pasti per i bambini della zona. Dopo la benedizione dei lavori compiuti, i bambini della zona hanno preparato un ballo per i ragazzi, ballo che è finito con molti dei ragazzi ballando con i bambini e bambine peruviani. Alla fine del ballo i nostri ragazzi hanno consegnato dei regali ai bambini e alle signore anziane. L’attività si è conclusa con il pranzo, fatto da queste persone (menù controllato da noi per evitare problemi stomacali): una tipica torta di patate con formaggio, latte e uova, un pollo al forno e di dolce i buñuelos, una sorta di frittelle tipiche d’Arequipa con il miele di canna. Dopo aver salutato tutti quanti, le famiglie, i bambini, gli operai con cui abbiamo lavorato tutti questi giorni, siamo andati nei pullman e siamo tornati a casa, per l’ultima attività spirituale della settimana.

I ragazzi hanno partecipato ad un’Adorazione Eucaristica riflettendo sul brano del Vangelo del Giovane Ricco. Dopodiché, come avranno notato i genitori, hanno riavuto il cellulare dopo sei giorni di astinenza. È in atto, in questo momento, l’aggiornamento di tutti i social da parte dei ragazzi, speravo un maggior distacco, ma i ragazzi non danno tregua ai loro pollici che alla velocità della luce scrivono, aggiornano, caricano, “likeano” e via dicendo… Tra un ora un pullman ci verrà a prendere, cioè prenderà quelli che vengono per la prima volta insieme ai cinque universitari e quattro di noi consacrati, e andremo a Cusco; mentre quelli che sono già venuti andranno insieme a Giovanni, un altro consacrato, a Nazca e Paracas, partendo d’Arequipa alle 19:30. L’arrivo, in entrambi casi, è previsto per le 06:00 di domenica. 

La fine della prima settimana è un bel momento per valutare le dinamiche di gruppo. L’ho già detto in altri post, è un bel gruppo, e ne ho avuto la conferma da qualche ragazzo o ragazza che trovano tutti simpatici, chi di più chi di meno, e che riscattano soprattutto il fatto che si vede che tutti sanno cosa sono venuti a fare, e frutto di questo è il grande sforzo che ci mettono nel lavoro. Una delle responsabile dei centri che abbiamo visitato del pomeriggio mi chiamò l’altro ieri per ringraziarmi di questi ragazzi italiani, così entusiasti, pieni di vita, così carini… pensa un po mi dicevo, se li vedesse quando non sono stanchi da tutta la fatica mattutina! La missione, il compito comune, gioca un ruolo fondamentale nella creazione di questi rapporti. Tutte le differenze, di carattere, di città, di costumi, di educazione, passano a secondo piano perché l’esperienza di dover portare avanti una missione insieme azzera tutto, o meglio passano in secondo piano. Un’amicizia costruita sull’amore verso il prossimo, è un’amicizia particolare, unica direi, che magari durante l’anno si può perdere o prendere distanza, ma che ogni volta che si ritrova si riconosce nel cuore altrui il proprio cuore. In questo senso mi piace molto una citazione di Terra degli uomini di Antoine de Saint Exupéry:

«Legati ai nostri fratelli da un fine comune e situato fuori di noi, solo allora respiriamo, e l’esperienza ci mostra che amare non significa affatto guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione. Non si è compagni che essendo uniti nella stessa cordata, verso la stessa meta in cui ci si ritrova.»
Credo, e spero, che tra i ragazzi nascano questa amicizie, frutto di condividere una cosa così bella come può essere aiutare il più bisognoso, e non solo, perché qua si condivide la vita, e anche la vita interiore nei diversi momenti di riflessione e dialoghi. Spero che nascano amicizie fondate sul dono di sé, e non sulle solite cavolate su cui si fondano tantissimi rapporti nei nostri giorni, o magari non cavolate, ma comunque cose leggere, senza un peso reale nella propria vita. C’è una grossa differenza tra passare del tempo e condividere del tempo. 

Per quanto mi riguarda, sono molto contento in particolare per l’aiuto che ci stanno dando i cinque ragazzi universitari, che tra l’altro appena finita questa prima missione parteciperanno a quella dei più grandi. Hanno tirato fuori delle belle capacità organizzative, di lavoro di squadra, di venire all’incontro, di risolvere situazioni, e di saper stare tra i ragazzi e tra noi consacrati. Grazie a loro noi consacrati possiamo concentrarci più sul percorso interno delle missioni, le riflessioni e i momenti di preghiera. 

Domani e dopo domani saranno giornate turistiche, quindi ancora non so se continuerò a scrivere il diario, o magari lo faccio ma immagino sarà tutto più corto!