Romania

Un viaggio che piano piano arriva alla sua fine

La giornata di oggi è iniziata in maniera poco comune. I ragazzi hanno fatto tantissima fatica ad alzarsi. Ovviamente siamo probabilmente arrivati alle semifinali del wrestling nella stanza maschi e questo tiene gli animi accesi fino ad alte ore della notte. Decido, sul momento, di non fare la preghiera del mattino, ma di anticipare la quarta e ultima conferenza, o meglio condivisione, sull’amore. Non so bene quanto sia stata l’attenzione, o meglio quanto abbiano colto quanto condiviso. Credo che i ragazzi erano molto stanchi, ma è anche vero che molti seguivano attentamente il filo conduttore che ho provato a comunicare. 

Dopo aver fatto colazione non dedichiamo la giornata al lavoro ma alla condivisione. Padre Albano ci ha chiesto di partecipare in una giornata di integrazione con altri giovani volontari romeni di Baia Mare. Sono i volontari a cui noi abbiamo dato una mano ogni giorno inviando 4 dei nostri ragazzi per la realizzazione di un campo scuola che raduna sia ragazzi di famiglie che economicamente stanno bene, sia ragazzi che provengono da quartieri molto poveri. Quindi dalle 10 in poi i nostri ragazzi passano la mattina con altri giovani romeni facendo giochi, balli, e tutta una serie di cose che io alla loro età non avrei gradito di fare. È vero, forse sono troppo sincero, ma tocca esserlo. In ogni caso i ragazzi giocano la loro parte, e nonostante i limiti della comunicazione, riescono a passare una piacevole mattinata conclusasi con un squisito goulash rumeno… peccato per i 37 gradi percepiti… non ho ancora capito questa “chiusura” da parte di alcuni rumeni, nel capire che di estate mangiare pasti così caldi non è per niente gradevole. In ogni caso il goulash è molto buono, ed è pur sempre, anche se caldissimo in una giornata caldissima, un dono per cui essere grati. 

Tornati a casa verso le 15 ci facciamo la foto di gruppo, poiché domani mattina presto ci lascia Nico il romano, che in realtà è palermitano, e più avanti nella giornata Tom, membro dello staff che pur stando alla sua prima esperienza come staff, e avendo solo due anni in più dai membri più grandi tra i partecipanti, ha dimostrato di essere una persona super affidabile, matura, piacevole nel tratto e nel guidare e dirigere i più piccoli, nonché una grande capacità di sacrificio e disponibilità. Inoltre ci ha fatto capire la sua grande capacità di dormire lunghe ore!

Pochi minuti dopo la foto di gruppo arrivano i bambini di Craica, o meglio vengono portati da Filippo ed Emanuele con l’aiuto di alcuni volontari dei padri somaschi. Li portiamo al fiume dietro casa, dove vengono insaponati, lavati anche con lo shampoo, e fondamentalmente trattati con molto amore e cura. Poi ci incontriamo tutti nel cortile di casa per mangiare. Alcuni dei ragazzi fanno da camerieri, altri sono seduti accanto loro per accompagnarli, mentre altri continuamente sistemano le cose che piano piano si sporcano e creano disordine. In pratica a casa capita la terza guerra mondiale, con bambini che corrono e vengono rincorsi dai nostri, che forse non sanno neanche come mangiare con le posate e buttano buona parte del cibo per terra, per non parlare del momento in cui arriva la frutta e inizia una guerra di pesche mangiate a metà. Alla fine li salutiamo con un pochino di nostalgia, anche se domani li rivedremo ancora. Alcuni bambini sono veramente adorabili, molto “amabili”, ma altri un po meno… è forse brutto da dire, ma è anche vero… ed è tutto un esercizio nell’amore: amare senza pretese di nessun tipo di ritorno. 

Una volta che i bambini non sono più a casa tutti i ragazzi iniziano a pulire. Francisco ed io accendiamo le brace, è l’ultima notte di tutto il gruppo insieme e vorremo sia speciale. Diamo inizio al talent show, dove i ragazzi lasciano che tutti vedano i loro talenti. Hanno prevalso le presentazioni comiche o di magia, e solo un paio di ragazze decide di comporre una canzone tutta loro sull’esperienza delle missioni. In effetti, per unanimità dei giudici, vincono loro: una felpa di missioni Romania a testa! E poi… barbecue stile latinoamericano, non dico argentino, anche se Filippo e Francisco lo sono a metà, solo perché io sono dal Perù. Siamo un po “frustrati” dai barbecue, o meglio tentativi di barbecue da parte del cuoco rumeno, e decidiamo di prendere in mano la situazione. Brace due ore prima di grigliare, lasciare che il fuoco smetta e cuocere lentamente pezzi interi di carne, lasciando che il grasso si sciolga lentamente e dia un gusto più saporito alla carne. I ragazzi sono felici, non solo per la bontà della carne, ma per tutte le cose condivise in questi giorni. Il bene è diffusivo, e per quello al male bisogna rispondere con il bene. Dopo la riunione di ieri con i ragazzi, loro stessi di propria iniziativa, raccontano alle ragazze il vissuto, che a loro volta tornano da me grate per l’ambiente di condivisione che si era creato.

Sono le 23 qua in Romania, sono molto stanco, e i ragazzi stanno fuori cantando grazie a Maria che li accompagna con la chitarra. Io mi farò una doccia fredda a breve, e così andrò a dormire, che domani tocca svegliarsi presto per salutare Niccolò, ma poi chiaramente si torna a letto!